I confini, questi sconosciuti.
- Vanessa Sion

- 26 set
- Tempo di lettura: 2 min

I confini, questi sconosciuti.
Una cara amica mi racconta di aver chiesto alle persone intorno a lei di rispettare alcune sue volontà, semplici attenzioni che avrebbero favorito il suo equilibrio e il suo benessere.
Richieste che non avrebbero tolto nulla a nessuno, anzi: avrebbero reso più lieve il momento delicato che sta vivendo.
Eppure, com’era prevedibile, non tutti le hanno rispettate.
Nella conversazione, lei riporta le parole di un mio post recente:
“Non hanno alcun reale interesse a capirti: l’importante è che vengano soddisfatti i loro bisogni inconsci.”
E qui torno a me.
Anch’io, di recente, ho vissuto la stessa esperienza.
Per lungo tempo sono stata troppo permissiva, dimenticando i miei stessi limiti. Seguendo molte persone, ho accolto senza filtro messaggi quotidiani, spesso interminabili: sfoghi personali, racconti superflui, sogni e simboli privi di reale urgenza. Tutto, compreso ciò che non era davvero necessario.
Ritrovandomi in un momento delicato della mia vita, in cui ho bisogno di me e di concentrare tutta la mia energia in ciò che devo affrontare e metabolizzare, ho quindi chiesto di porre un confine sano ma chiaro: salvo urgenze Reali, ogni cosa può essere segnata e portata in consulenza (come ho fatto io stessa in passato con le persone che mi hanno seguita), che è lo spazio-tempo Sacro dedicato proprio a questo. Perché dall’altra parte c’è un essere umano, con la sua vita, i suoi impegni, le sue prove da affrontare. E il fatto che non se ne lamenti o non lo urli al mondo, non significa che non ci siano.
La maggior parte ha accolto e rispettato questa richiesta semplice e sana. Non tutti.
Alcuni si sono risentiti di questa mia normale (e ribadisco SANA) richiesta.
E allora mi domando: com’è possibile che, nella tua coscienza, pensi solo a te stesso?
Davvero credi che il tuo dolore, o le tue necessità siano le uniche, e che questo ti giustifichi nel calpestare la volontà di un altro essere umano?
E, paradossalmente, quando glielo fai notare… Qualcuno si offende pure.
Si raccontano che “non contano nulla per te”, o che “sei diventato egoista”.
Ma la verità è che l’egoismo è il loro: non hanno percepito, in sé, l’umano limite che rende sana qualsiasi relazione.
Ecco allora una domanda semplice, che ciascuno dovrebbe porsi prima di reagire automaticamente:
Mi sto ricordando che dall’altra parte c’è un essere umano?
O esiste solo il mio bisogno di riversare ciò che provo su qualcuno?
Chi si sente infastidito da queste parole, ha molto su cui lavorare.
Dalla vostra Vane,
che sta invadendo volontariamente i confini di Mantou, felice di essere invasa di baci dalla sua mamma (ma questa è l’unica eccezione).
Vanessa Sion
27.09.2025



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