Non serve essere capaci: serve volerlo davvero.
- Vanessa Sion

- 7 set
- Tempo di lettura: 2 min

“Non sono capace, non ci riesco”.
È la frase che sento più spesso pronunciare da chi, in realtà, non vuole davvero cambiare.
È una versione comoda del più onesto: “non ho voglia di mettermi in gioco, di provarci, di investire il mio tempo in questa cosa”.
L’ho detta tante volte anch’io.
Quante volte mi sono trovata davanti a qualcosa di nuovo, che sembrava impossibile da affrontare.
Eppure, quando la necessità era reale, quando dentro di me bruciava il desiderio di farcela, sono sempre arrivata a dire: “Ci provo”.
Non c’è nulla da perdere nel provare.
Anzi, c’è tutto da guadagnare: nuove abilità, nuove competenze, disciplina, autostima.
Perché la verità è che, a prescindere dal risultato, ammiro molto di più la versione di me che si è messa in gioco, rispetto a quella che nemmeno ha iniziato, trovando mille scuse.
Se guardo indietro a tutte le volte in cui non ero capace di fare qualcosa, ma ho scelto di affrontarla, oggi quasi non riconosco quella vecchia me.
Eppure, dentro, la scintilla è sempre la stessa: la voglia di superare un limite dopo l’altro.
Ero quella che soffriva di attacchi di panico nel parlare in pubblico.
Oggi parlare davanti agli altri è il cuore del mio lavoro (e sì, con ancora tanta emozione).
Ero quella a cui dissero che non avrebbe mai combinato nulla nella vita, che era rimpiazzabile in qualsiasi momento.
Oggi sto costruendo una realtà tutta mia.
Ero quella intrappolata nelle dipendenze: psicofarmaci, problemi alimentari, relazioni disfunzionali.
Oggi proprio grazie all’aver vissuto tutto questo sulla mia pelle, aiuto altre persone a liberarsene e a sviluppare la loro totale indipendenza, divenendo il proprio centro.
Ero quella senza alcuna competenza tecnologica.
Oggi mi sono creata da sola un sito che rappresenta la mia essenza.
Ero quella giudicata, ripudiata da tutti.
Oggi ho costruito un angolo di mondo in cui sono solo anime affini, profonde e pure, che arrivano da me.
Ero quella che andava a letto con l’ansia, se doveva lavorare il giorno dopo, per cui non prendeva mai impegni in settimana.
Oggi, ho intrapreso percorsi che mi richiedono quattro ore di viaggio dopo una giornata di lavoro, e anche se torno a casa alle tre di notte, non ho mai saltato una lezione, qualsiasi fosse la mia condizione.
Ero quella che si ripeteva: “ormai è tardi per l’università”.
Oggi sono fiera di aver passato ogni esame, con risultati che mai avrei creduto possibili.
Ero quella che “a causa dei mille impegni”, non aveva mai tempo per la palestra.
Oggi, nonostante i mille impegni, mi alleno anche alle 11 di sera perché è diventato un atto d’amore verso me stessa.
Per questo non accetto più scuse.
Perché sono la prima che ha pronunciato queste parole, e so che “non sono capace, non ci riesco” è solo una mancanza di volontà: chi vuole davvero, trova il tempo, trova il modo, trova la forza.
Chi non vuole, trova alibi.
Siamo noi a ingigantire o creare problemi che, se guardati dalla giusta prospettiva, diventano sfide.
E ogni ostacolo può essere superato con un solo ingrediente: la voglia di farcela, a qualunque costo.
Non serve essere già capaci: serve volerlo davvero.
Vanessa Sion
07.09.2025



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