O Divampi anche tu, o preparati a divenire cenere.
- Vanessa Sion

- 29 ago
- Tempo di lettura: 3 min

Crollo anche io.
Di rado ormai, ma crollo anche io.
Ieri, a cena da cari amici, è uscita una questione che mi ha toccata nel profondo.
Talmente nel profondo che, come un amo, mi ha agganciata e risucchiata in un vortice temporale, riportandomi indietro di quasi vent’anni.
Non ho potuto fare nulla.
Certi traumi sono più forti della razionalità, dell’accettazione, persino di dieci anni di lavoro su di sé.
In quell’attimo ho sentito una coltellata nello stomaco.
E nella mia mente ha tuonato quella parola: “Ancora”.
Sì, ancora.
È accaduto ancora, e accadrà ancora.
Come se quell’affermazione avesse cancellato con un colpo di spugna tutto ciò che sono diventata, tutto quello che ho costruito fino ad oggi.
“Ancora”.
Mi sono sentita come se non fosse bastato niente.
Come se tutti i miei sforzi non fossero serviti a un cazzo.
Io, che per anni sono stata in silenzio, soffocando la mia angoscia in un cuscino, ripetendomi “tra un anno sarà tutto finito”, cercando sempre di andare oltre senza disturbare nessuno, a costo dell’implosione e della disgregazione interiore.
È successo ancora.
E accadrà ancora.
Per un attimo ho creduto davvero di essere rimasta là.
Ogni mio passo, ogni lacrima e sangue versato per togliermi il vostro catrame di dosso, e riuscire a vedere la meraviglia dell’esistenza… Tutto azzerato.
Come se tutto fosse stato un sogno, persino inutile.
Ho cercato di riordinare, di spiegarmi per l’ennesima volta che non era così, quasi dovessi giustificare a me stessa ciò che ho vissuto.
Come se non lo sapessi.
Ma dentro venivo lapidata da quell’“Ancora”.
Poi, proprio l’amica che era stata “tramite” di questa prova, mi ha detto una frase che mi ha riportata alla realtà:
“Che parlino anche male di te. Ma tu dove cazzo sei arrivata? Questa gente è rimasta bloccata lì”.
E lì mi sono svegliata di colpo.
Era vero: non ero io ad essere rimasta là.
Erano loro.
Se loro sono rimasti al punto zero, non significa che io debba tornarci.
Era proprio questa la chiave della prova.
E allora oggi dico Basta.
E parlo a tutte le persone di merda che leggeranno questo post: l’avete fatto all’epoca e potete continuare a farlo.
Vi do il mio benestare: continuate pure a inventare la mia vita, a credere di sapere cosa ne ho fatto, continuate con la vostra ignoranza da poveracci.
Questo non definisce chi sono io, definisce il peso del marcio che avete dentro.
Voi, involucri vuoti, carne in putrefazione.
E parlo anche a tutti gli stronzi che vengono a visitare il mio profilo dopo anni per poi dire stronzate su quella che credono sia la mia vita (di cui non sanno e non hanno mai saputo un cazzo).
Parlate di me.
Continuate a inventare.
Lo avete fatto per anni.
Se tempo fa mi rovinaste la vita, oggi vi assumo come cartelloni pubblicitari.
Mentre voi mi farete “pubblicità gratuita” bevendo le vostre birre sopra le vostre vite squallide, riempiendo i vostri vuoti e le vostre frustrazioni parlando della mia, io continuerò a salire verso le mie vette. Sempre più in alto.
E posso dirlo? Siete pure coglioni.
Perché più parlate di me, più mi date energia, più acquisisco potere.
E da oggi ho deciso di sfruttarla.
Io non insegno il buonismo “spiritually correct”.
Io irradio il pensiero igneo: o Divampi anche tu, o preparati a divenire cenere.
Vanessa Sion
30.08.2025



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